martedì 27 dicembre 2022

Cervantes, Don Chisciotte o Sancho Panza

 

Don Chisciotte e Ronzinante, Honoré Daumier





A tutti gli illusi di Miguel de Cervantes

 

A tutti gli illusi, a quelli che parlano al vento.

Ai pazzi per amore, ai visionari,

a coloro che darebbero la vita per realizzare un sogno.

Ai reietti, ai respinti, agli esclusi. Ai folli veri o presunti.

Agli uomini di cuore,

a coloro che si ostinano a credere nel sentimento puro.

A tutti quelli che ancora si commuovono.

Un omaggio ai grandi slanci, alle idee e ai sogni.

A chi non si arrende mai, a chi viene deriso e giudicato.

Ai poeti del quotidiano.

Ai “vincibili” dunque, e anche

agli sconfitti che sono pronti a risorgere e a combattere di nuovo.

Agli eroi dimenticati e ai vagabondi.

A chi dopo aver combattuto e perso per i propri ideali,

ancora si sente invincibile.

A chi non ha paura di dire quello che pensa.

A chi ha fatto il giro del mondo e a chi un giorno lo farà.

A chi non vuol distinguere tra realtà e finzione.

A tutti i cavalieri erranti.

In qualche modo, forse è giusto e ci sta bene…

a tutti i teatranti.


domenica 13 novembre 2022

Sepehri, il viaggiatore d’oriente

 

Il villaggio di Damavand, Kamal-ol-Molk



Edera di Sohrāb Sepehri

 

Passavo dal confine del mio sogno

l’ombra oscura di un’edera

era ricaduta su tutta questa rovina.

Quale impavido vento

portò mai il seme di quest’edera nel territorio del mio sogno?

 

Dietro le vitree porte delle visioni

nella palude senza sfondo degli specchi

ove morivo un pezzo di me, cresceva un’edera

come se attimo dopo attimo si versasse nel mio vuoto

ed io nel suono del suo sbocciare

attimo dopo attimo morissi me stesso.

Crolla il tetto del portico

e il ramoscello dell’edera si attorciglia intorno a tutte le colonne.

Quale impavido vento

portò mai il seme di quest’edera nel territorio del mio sogno?

 

Crebbe l’edera

spuntò il suo ramoscello dal fondo del mio trasparente sogno.

fui nella visione

arrivò l’alluvione del risveglio.

Aprii gli occhi [immersi] nella rovina del sogno:

l’edera si era attorcigliata a tutta la mia vita,

nelle sue vene, ero io che scorrevo.

La sua vita in me aveva radici

era tutto me stesso.

Quale impavido vento

portò mai il seme di quest’edera nel territorio del mio sogno?


domenica 23 ottobre 2022

Giudici, la vita in versi

 

Trinité sur mer, Renato Birolli



LA VITA IN VERSI di Giovanni Giudici

 

Metti in versi la vita, trascrivi

fedelmente, senza tacere

particolare alcuno, l’evidenza dei vivi.

 

Ma non dimenticare che vedere non è

sapere, né potere, bensì ridicolo

un altro volere essere che te.

 

Nel sotto e nel soprammondo s’allacciano

complicità di visceri, saettano occhiate

d’accordi. E gli astanti s’affacciano

 

al limbo delle intermedie balaustre:

applaudono, compiangono entrambi i sensi

del sublime – l’infame, l’illustre.

 

Inoltre metti in versi che morire

è possibile a tutti più che nascere

e in ogni caso l’essere è più del dire.

sabato 17 settembre 2022

Frénaud, macchina inutile

 

Il villino del poeta, Alessandro Tofanelli



La casa ideale di André Frénaud

(traduzione di Giorgio Caproni)

 

L'ho proferita in pietre asciutte, la mia casa,

perché i gattini ci nascano, nella mia casa

perché i sorci ci si trovino, nella mia casa

perché i piccioni vi s'infilino, la controra vi crogioli,

quando i gran soli vi ammiccano nei cantucci.

Perché i bimbi vi giochino con nessuno,

voglio dir col vento caldo, con gli ippocastani.

Per questo non c'è tetto sulla mia casa,

né tu né io nella mia casa,

né schiavi, né padroni, né ragioni,

né statue, né palpebre, né paura,

né armi, né lacrime, né religione,

né alberi, né spesse mura, né altro se non per ridere.

Per questo è così ben costruita la mia casa.


domenica 11 settembre 2022

Elisabetta, Regina Gloriosa

 Elisabetta I con l'ermellino, William Segar 



On Monsieur's Departure by Elizabeth I

 

I grieve and dare not show my discontent,

I love and yet am forced to seem to hate,

I do, yet dare not say I ever meant,

I seem stark mute but inwardly do prate.

I am and not, I freeze and yet am burned,

Since from myself another self I turned.

 

My care is like my shadow in the sun,

Follows me flying, flies when I pursue it,

Stands and lies by me, doth what I have done.

His too familiar care doth make me rue it.

No means I find to rid him from my breast,

Till by the end of things it be supprest.

 

Some gentler passion slide into my mind,

For I am soft and made of melting snow;

Or be more cruel, love, and so be kind.

Let me or float or sink, be high or low.

Or let me live with some more sweet content,

Or die and so forget what love ere meant.


***

 

Sulla partenza del mio Signore di Elisabetta I

 

Mi addoloro e non oso mostrare il mio scontento,

Amo ed eppure sono forzata a sembrare d'odiare,

Lo faccio, eppure non oso dire di averlo mai voluto,

Sembro completamente muta ma interiormente ciarlo davvero.

Sono e non sono, gelo ed eppure ardo,

Poiché mi sono rivolta dal mio io ad un altro.

 

Il mio affanno è come la mia ombra nel sole,

Mi segue volando, vola quando la inseguo,

Sta e giace a fianco a me, fa quello che ho fatto.

Le sue troppo intime attenzioni me ne fanno pentire.

Non trovo alcun modo per liberarmi di lui dal mio petto,

Fino a che infine non sia soffocato.

 

Una passione più delicata mi scivola nella testa,

Perché sono soffice e fatta di neve che si scioglie;

O sii più crudele, amore, e dunque sii gentile.

Lasciami o stare a galla o affondare, essere importante o misera.

O lasciami vivere con una contentezza più dolce,

O morire e quindi dimenticare cosa significasse prima l'amore.

 

domenica 28 agosto 2022

Carver, scatole minimaliste

 

To a summer day, Bridget Riley


Il momento più bello della giornata di Raymond Carver

 

Fresche sere d’estate.

Le finestre aperte.

Le luci accese.

La fruttiera colma.

E il tuo capo sulla mia spalla.

Questi sono i momenti più felici della giornata.

 

Insieme alle prime ore del mattino,

naturalmente. E quegli attimi

subito prima di pranzo.

E il pomeriggio e

le prime ore della sera.

Ma davvero adoro

 

queste serate estive.

Ancor più, mi sa,

di quegli altri momenti.

Il lavoro quotidiano finito.

E nessuno più che ci disturbi, adesso.

Né mai.

 


giovedì 9 giugno 2022

Vallejo, araldo umano e verticale

 

Profile of Head, Cesar Moro



Gli araldi neri di Cesar Vallejo

 

Ci sono colpi nella vita, così forti… Io non so!

Colpi come dell’odio di Dio; come se di fronte ad essi

la risacca di tutto il sofferto

ristagnasse nell’anima… Io non so!

 

Sono pochi; però sono… Aprono scuri solchi

sul volto più fiero e sul dorso più forte.

Saranno forse i puledri dei barbari attila;

o gli araldi neri che ci manda la Morte.

 

Sono le cadute profonde dei Cristi dell’anima,

di qualche fede da adorare che il Destino blasfema.

Questi colpi sanguinosi sono le crepitazioni

di qualche pane che nella porta del forno ci si brucia.

 

E l’uomo… Povero… povero! Gira gli occhi, come

quando sopra la spalla ci chiama una manata;

gira gli occhi folli, e tutto il vissuto

ristagna, come pozzo di colpa, nello sguardo.

 

Ci sono colpi nella vita, così forti… Io non so!



***

 

 

Los heraldos negros de Cesar Vallejo

 

Hay golpes en la vida, tan fuertes… ¡Yo no sé!

Golpes como del odio de Dios; como si ante ellos,

la resaca de todo lo sufrido

se empozara en el alma… ¡Yo no sé!

 

Son pocos, pero son… Abren zanjas oscuras

en el rostro más fiero y en el lomo más fuerte.

Serán tal vez los potros de bárbaros atilas;

o los heraldos negros que nos manda la Muerte.

 

Son las caídas hondas de los Cristos del alma,

de alguna fe adorable que el Destino blasfema.

Esos golpes sangrientos son las crepitaciones

de algún pan que en la puerta del horno se nos quema.

 

Y el hombre… ¡Pobre… pobre! Vuelve los ojos, como

cuando por sobre el hombro nos llama una palmada;

vuelve los ojos locos, y todo lo vivido

se empoza, como un charco de culpa, en la mirada.

 

Hay golpes en la vida, tan fuertes… ¡Yo no sé!

 


domenica 8 maggio 2022

De Amicis, cuore di mamma

 

Cuore, copertina di un'edizione Garzanti



A Mia Madre di Edmondo De Amicis

 

Non sempre il tempo la beltà cancella

o la sfioran le lacrime e gli affanni

mia madre ha sessant’anni e più la guardo

e più mi sembra bella.

Non ha un accento, un guardo, un riso

che non mi tocchi dolcemente il cuore.

Ah se fossi pittore, farei tutta la vita

il suo ritratto.

Vorrei ritrarla quando inchina il viso

perch’io le baci la sua treccia bianca

e quando inferma e stanca,

nasconde il suo dolor sotto un sorriso.

Ah se fosse un mio prego in cielo accolto

non chiederei al gran pittore d’Urbino

il pennello divino per coronar di gloria

il suo bel volto.

Vorrei poter cangiar vita con vita,

darle tutto il vigor degli anni miei

Vorrei veder me vecchio e lei…

dal sacrificio mio ringiovanita!


domenica 3 aprile 2022

Galaktioni, il re dei poeti

La festa dei cinque principi, Niko Pirosmanashvili

 


Notte e io di Galaktion Tabidze

 

Seduto da solo

aspettando di scrivere

aspettando il momento

aspettando la notte

 

ardente, sciolto, pallido

. . . la notte.

 

La luna conosce il mio segreto

mentre si tira il velo

mentre il vento della valle

rivela una vecchia storia

 

di lillà che abbracciano la notte.

 

I rami azzurri si alzano

poi si appoggiano al cielo

la morbidezza color tortora

e la passione del mio grido

 

con gli occhi pesanti nella notte.

 

Nessuno conosce questo segreto

nascosto al sicuro da tutti gli occhi;

nessuno conosce il mio dolore al cuore

o il motivo dei miei sospiri.

 

Nelle ore insonni quando la notte arriva

in una chiara luce bianca

spalanco il mio cuore

alla chiara notte bianca.


domenica 13 marzo 2022

Franko, dalle alture e dalle vallate

 

Dipinto di Vasyl Krychevsky




Io non spero nulla di Ivan Franko

 

Io non spero nulla

E nulla desidero –

Be’, se vivo e mi affanno

Non muoio!

 

Ebbene, se io ti guardo,

E non posso non guardarti,

Ti amo! Ma dove potrò

Riporre il cuore?

 

Il tuo sorriso, come il sole

Rafforza le foglie verdi,

Ma smorza il rossore fittizio –

Beffati di me!

 

Io non spero nulla,

Ma come frenare il desiderio?

I vivi non desiderano la vita,

Solo la morte?

 

Viviamo! Ognuno per la sua strada,

Andiamo dove ci conduce la sorte!

Se un giorno ci incontreremo – bene,

Se no – chi ne avrà danno?

sabato 19 febbraio 2022

Frost, l'unica strada della poesia

Inizio di primavera, Tom Thomson

 



La strada non presa di Robert Frost

 

Due strade divergevano in un bosco ingiallito,

e dispiaciuto di non poterle entrambe percorrere

restando un unico viaggiatore, a lungo ho sostato

e ne ho osservata una, giù, più lontano che potevo

fino a dove curvava nel sottobosco;

 

poi ho preso l’altra, ché andava altrettanto bene

e vantava forse migliori ragioni,

perché era erbosa e meno calpestata;

sebbene, in realtà, l’andirivieni

le avesse più o meno ugualmente consumate

 

e entrambe si distendessero quel mattino

tra foglie che nessuna orma aveva annerite.

Oh, ho tenuto la prima per un’altra giornata!

Eppure, sapendo come strada porta a strada,

dubitavo che mai ci sarei tornato.

 

Con un sospiro mi capiterà di poterlo raccontare

chissà dove tra molti anni a venire:

due strade divergevano in un bosco, e io –

io ho preso quella meno battuta,

e da qui tutta la differenza è venuta.


domenica 13 febbraio 2022

Candiani, bambina pugile

Chandra guida il carro lunare, illustrazione indiana

 



Siamo nuvole di Chandra Livia Candiani

   

Siamo nuvole

i nomi complicano la tessitura

ma siamo nuvole,

notturne mattiniere

dipende,

oltraggiose spaurite

candide sprezzanti,

cavalieri e cavalcature

bastimenti e animali

siamo pronte

a dissolverci con fierezza

in quel tutto pacatissimo

del cielo ultimo

che ci affida il mondo.

Siamo nuvole

cambiamo vita di frequente

lì, sopra il disordine della realtà

il fondo

sereno delle cose,

la pioggia

la sete.


sabato 5 febbraio 2022

Kupferberg, nelle miniere di poesia

 

Copertina Album di debutto del gruppo rock poetico The Fugs



Niente di Tuli Kupferberg

 

1) Lunedì niente
Martedì niente
Mercoledì e giovedì niente
Venerdì tanto per cambiare un altro po’ di niente
Sabato di nuovo niente
2) Domenica niente, ecc.

3) Montik garnisht
Dienstik garnisht
Mitwoch un Donershtik garnish
Fritik far a novena a garnisht Kigele
Shabbes weiter ganisht
Zuntik garnisht etc.

4) Lunes nada
Martes nada
Miercoles y jueves nada
Viernes por cambio un poco mas nada
Sabado otra vez nada
Domingo nada etc.

5) Gennaio eccetera
6) 1965 eccetera
7) A solo di componenti il gruppo

Suggerimenti: giornali
libri
posizioni sessuali
arti: bello scrivere
autori teatrali
pittori
politicanti
ecc. ecc.

8) Folli grida di nulla

 


sabato 29 gennaio 2022

Morrison, Mr. Mojo Risin

 

Jim Morrison, Gary Grayson



Dionysian parade by James Douglas Morrison

 

The sumptuous chariot of Dionysus,

Filled with flowers and garlands,

Going slowly, driven

By ferocious beasts ammansite.

It is a path that radiates

Magic: break down barriers,

Cancel the needs,

Evaporate prohibitions and arbitrary.

Reconciliation, merger,

Meeting the individual

In harmony with all

Universal: that is the supreme

Beatification, the thrill

Supernatural. We do not walk

Plus, no more talk:

We sing and dance crazed

Like gods kidnapped, artists

Dionysian intoxication.

 

***


Parata Dionisiaca di James Douglas Morrison

 

Il sontuoso carro di Dioniso,

Ricolmo di fiori e ghirlande,

Avanza lento, trainato

Da feroci bestie ammansite.

È un percorso che irradia

Magia: crollano le barriere,

Si annullano i bisogni,

Svaporano divieti e arbitrii.

Riconciliazione, fusione,

Riunione del singolo

Con tutti in un'armonia

Universale: ecco la suprema

Beatificazione, l'ebbrezza

Soprannaturale. Non camminiamo

Più, né più parliamo:

Cantiamo e danziamo invasati

Simili a Dèi rapiti, artisti

Dionisiaci dell'ebbrezza.

 


domenica 23 gennaio 2022

Plant, il pifferaio di Hamelin

 

Copertina Album Led Zeppelin IV



Stairway to Heaven by Robert Plant

 

 There’s a lady who’s sure all that glitters is gold

And she’s buying a stairway to heaven.

When she gets there she knows, if the stores are all closed

With a word she can get what she came for.

Ooh, ooh, and she’s buying a stairway to heaven.

 

There’s a sign on the wall but she wants to be sure

‘Cause you know sometimes words have two meanings.

In a tree by the brook, there’s a songbird who sings,

Sometimes all of our thoughts are misgiven.

 

Ooh, it makes me wonder,

Ooh, it makes me wonder.

 

There’s a feeling I get when I look to the west,

And my spirit is crying for leaving.

In my thoughts I have seen rings of smoke through the trees,

And the voices of those who stand looking.

 

Ooh, it makes me wonder,

Ooh, it really makes me wonder.

 

And it’s whispered that soon, if we all call the tune,

Then the piper will lead us to reason.

And a new day will dawn for those who stand long,

And the forests will echo with laughter.

 

If there’s a bustle in your hedgerow, don’t be alarmed now,

It’s just a spring clean for the May queen.

Yes, there are two paths you can go by, but in the long run

There’s still time to change the road you’re on.

And it makes me wonder.

 

Your head is humming and it won’t go, in case you don’t know,

The piper’s calling you to join him,

Dear lady, can you hear the wind blow, and did you know

Your stairway lies on the whispering wind?

 

And as we wind on down the road

Our shadows taller than our soul.

There walks a lady we all know

Who shines white light and wants to show

How everything still turns to gold.

And if you listen very hard

The tune will come to you at last.

When all are one and one is all

To be a rock and not to roll.

 

And she’s buying a stairway to heaven.

 


***

 


Scala per il paradiso di Robert Plant

 

C’è una signora che è sicura che sia oro tutto quel che luccica

e sta comprando una scala per il paradiso.

Quando vi arriverà sa

che se tutti i negozi sono chiusi

con una parola può ottenere ciò per cui è venuta.

E sta comprando una scala per il paradiso.

 

C’è una scritta sul muro

ma lei vuole essere sicura

perchè, come tu sai, talvolta le parole hanno due significati.

Su un albero vicino al ruscello

c’è un uccello che canta

talvolta tutti i nostri pensieri sono sospetti.

 

E questo mi stupisce,

e questo mi stupisce.

 

C’è una sensazione che provo

quando guardo a Ovest

e il mio spirito grida di andarsene.

Nei miei pensieri ho visto

anelli di fumo attraverso gli alberi

e le voci di coloro che stanno in piedi a osservare.

 

Oooh e questo mi stupisce,

ooooh e questo mi stupisce davvero.

 

E si mormora che presto

se tutti noi intoniamo la melodia

il pifferaio ci condurrà alla ragione.

E albeggerà un nuovo giorno

per coloro che aspettavano da lungo tempo

e le foreste risponderanno con una risata.

 

E questo mi stupisce.

 

Se c’è trambusto nella tua siepe

non ti allarmare

è solo la pulizia di primavera per la festa di Maggio.

Si, ci sono due strade che puoi percorrere

ma a lungo andare

c’è sempre tempo per cambiare strada.

 

E ciò mi stupisce.

 

La tua testa ti ronza e il ronzio non se ne andrà,

nel caso tu non lo sapessi

il pifferaio ti sta chiamando per unirti a lui.

Signora cara, può sentire il vento soffiare,

e che la sua scala è costruita sul vento mormorante?

 

E scendiamo in strada

le nostre ombre più grandi delle nostre anime.

Là cammina una donna che noi tutti conosciamo

che risplende di luce bianca e vuole dimostrare

come qualsiasi cosa si tramuti in oro.

E se ascolti molto attentamente

alla fine la melodia verrà da te.

Quando tutti sono uno e uno è tutti

per essere una roccia e per non rotolare via.

 

E sta comprando una scala per il paradiso.


giovedì 6 gennaio 2022

Galante Garrone, il mite affare di coscienza

 

Frigga and the Beldame, Harry George Theaker




Era sempre lei di Alessandro Galante Garrone

 

Nonna, ai tuoi tempi c’era la Befana?

E la nonna sorride e dice: “Sì

Se mi ricordo! L’alba era lontana,

era ancor notte, non spuntava il dì:

ma presto andavo accanto al focolare

dov’era la mia calza ad aspettare…”

 

Mamma, ai tuoi tempi la Befana c’era?

E la mamma sorride e dice: “Si.

Era d’inverno, ma come primavera

mi pareva che fosse quel bel dì…

Mi alzavo quasi all’alba, in tutta fretta

e correva a cercar la mia scarpetta…”

 

E passa il tempo, il mondo avanti va:

e la Befana antica è ancora qui;

per i monti valli e isole e città

ritorna come un tempo, in questo dì;

è sempre lei, non può mutare più

perché c’è sempre al mondo gioventù.


sabato 1 gennaio 2022

Michler, sogno ancora di cominciare

 

Armonia in rosso, Henri Matisse



Ti auguro tempo di Elli Michler

 

Non ti auguro un dono qualsiasi,

ti auguro soltanto quello che i più non hanno.

Ti auguro tempo, per divertirti e per ridere;

se lo impiegherai bene potrai ricavarne qualcosa.

Ti auguro tempo, per il tuo fare e il tuo pensare,

non solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri.

Ti auguro tempo, non per affrettarti a correre,

ma tempo per essere contento.

Ti auguro tempo, non soltanto per trascorrerlo,

ti auguro tempo perché te ne resti:

tempo per stupirti e tempo per fidarti e non soltanto per guadarlo sull’orologio.

Ti auguro tempo per guardare le stelle

e tempo per crescere, per maturare.

Ti auguro tempo per sperare nuovamente e per amare.

Non ha più senso rimandare.

Ti auguro tempo per trovare te stesso,

per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come un dono.

Ti auguro tempo anche per perdonare.

Ti auguro di avere tempo, tempo per la vita.