domenica 13 novembre 2022

Sepehri, il viaggiatore d’oriente

 

Il villaggio di Damavand, Kamal-ol-Molk



Edera di Sohrāb Sepehri

 

Passavo dal confine del mio sogno

l’ombra oscura di un’edera

era ricaduta su tutta questa rovina.

Quale impavido vento

portò mai il seme di quest’edera nel territorio del mio sogno?

 

Dietro le vitree porte delle visioni

nella palude senza sfondo degli specchi

ove morivo un pezzo di me, cresceva un’edera

come se attimo dopo attimo si versasse nel mio vuoto

ed io nel suono del suo sbocciare

attimo dopo attimo morissi me stesso.

Crolla il tetto del portico

e il ramoscello dell’edera si attorciglia intorno a tutte le colonne.

Quale impavido vento

portò mai il seme di quest’edera nel territorio del mio sogno?

 

Crebbe l’edera

spuntò il suo ramoscello dal fondo del mio trasparente sogno.

fui nella visione

arrivò l’alluvione del risveglio.

Aprii gli occhi [immersi] nella rovina del sogno:

l’edera si era attorcigliata a tutta la mia vita,

nelle sue vene, ero io che scorrevo.

La sua vita in me aveva radici

era tutto me stesso.

Quale impavido vento

portò mai il seme di quest’edera nel territorio del mio sogno?


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