domenica 25 ottobre 2020

Laâbi, soffi e deserti


Composizione, Meki Megara



Buongiorno sole del mio paese di Abdellatif Laâbi

 

Buongiorno sole del mio paese

com’è bello vivere oggi

che luce

che luce attorno a me

Buongiorno desolata terra della mia passeggiata

mi sei diventata familiare

ti percorro con vigore in lungo e in largo

mi calzi come una scarpa elegante

Buongiorno bufaga goffa e filosofa

perché lassù

su quella muraglia che mi cela il mondo

ti solleticano le coste

a piccoli colpi distratti

Buongiorno erba fragile del sentiero

vibrante in piccole rughe opalescenti

sotto la carezza giocosa del vento

Buongiorno grande palma solitaria

piantata sul tuo trampolo granuloso

che come uno splendido tulipano ti schiudi

sulla cima

Buongiorno sole del mio paese

marea di presenza che annienta l’esilio

Che luce

che luce attorno a me


***


Bonjour soleil de mon pays

qu’il fait bon vivre aujourd’hui

que de lumière

que de lumière autour de moi

Bonjour terrain vague de ma promenade

tu m’es devenu familier

je t’arpente vivement

et tu me vas comme un soulier élégant

Bonjour pique-boeuf balourd et philosophe

perché là-haut

sur cette muraille qui me cache le monde

te chatouillant les côtes

à petits coups distraits

Bonjour herbe chétive de l’allée

frissonnant en petites rides opalescentes

sous la caresse taquine du vent

Bonjour grand palmier solitaire

planté sur ton échasse grenue

et t’ouvrant comme une splendide tulipe

à la cime

Bonjour soleil de mon pays

marée de présence annihilant l’exil

Que de lumière

que de lumière autour de moi


sabato 17 ottobre 2020

Berryman, Yeats confessionale

 

Trodden Weed, Andrew Wyeth




La confessione d’Enrico di John Berryman

 

Nessun disastro da un po’ di tempo in qua.

Come spiega? –Lo spiego, Signor Ossa,

co’ ’sta strana, sorprendente sobrietà.

Modello di virtù, né donne né telefono,

che guai può capitargli al Signor Ossa?

–Se la vita è un sandwich di fazzoletti

 

in pudore di morte mi ricongiungo a mio padre

che tanto tempo fa osò lasciarmi.

Una pallottola sul portico di cemento

presso un soffocante mar meridionale

stramazzato su un’isola, accanto al mio ginocchio.

–Lei è ’no strazio, Signor Ossa,

 

eccole questo fazzoletto, ora metta

il piede sinistro vicino al destro mio,

spalla a spalla, e tutta la manfrina,

sotto braccio, presso il magnifico mare,

canticchi un po’, Signor Ossa.

–Non vidi nessuno venire, e allora ci andai io.


sabato 10 ottobre 2020

Glück, il trionfo delle solitudini

 

dipinto di Iris Scott

Fine dell’estate di Louise Glück

 

Dopo che mi vennero in mente tutte le cose,

mi venne in mente il vuoto.

 

C’è un limite

al piacere che trovavo nella forma…

 

In questo non sono come voi,

non ho risoluzione in un altro corpo,

 

non ho bisogno

di un riparo fuori di me…

 

Mie povere ispirate

creazioni, siete

distrazioni, in ultimo,

puri inceppi; siete

alla fine troppo poco simili a me

per piacermi.

 

E così candide:

volete essere ripagate

della vostra scomparsa,

pagate tutte con qualche parte della terra,

qualche ricordo, come una volta eravate

compensate per il lavoro,

lo scriba pagato

con argento, il pastore con orzo

per quanto non è la terra

a durare, non

queste schegge di materia…

 

Se apriste gli occhi

mi vedreste, vedreste

il vuoto del cielo

specchiato in terra, i campi

di nuovo nudi, senza vita, coperti di neve…

 

poi luce bianca

non più travestita da materia.