Elisabetta I con l'ermellino, William Segar |
On Monsieur's Departure by Elizabeth I
I grieve and dare not show my discontent,
I love and yet am forced to seem to hate,
I do, yet dare not say I ever meant,
I seem stark mute but inwardly do prate.
I am and not, I freeze and yet am burned,
Since from myself another self I turned.
My care is like my shadow in the sun,
Follows me flying, flies when I pursue it,
Stands and lies by me, doth what I have done.
His too familiar care doth make me rue it.
No means I find to rid him from my breast,
Till by the end of things it be supprest.
Some gentler passion slide into my mind,
For I am soft and made of melting snow;
Or be more cruel, love, and so be kind.
Let me or float or sink, be high or low.
Or let me live with some more sweet content,
Or die and so forget what love ere meant.
***
Sulla partenza del mio Signore di Elisabetta I
Mi addoloro e non oso mostrare il mio scontento,
Amo ed eppure sono forzata a sembrare d'odiare,
Lo faccio, eppure non oso dire di averlo mai voluto,
Sembro completamente muta ma interiormente ciarlo
davvero.
Sono e non sono, gelo ed eppure ardo,
Poiché mi sono rivolta dal mio io ad un altro.
Il mio affanno è come la mia ombra nel sole,
Mi segue volando, vola quando la inseguo,
Sta e giace a fianco a me, fa quello che ho fatto.
Le sue troppo intime attenzioni me ne fanno pentire.
Non trovo alcun modo per liberarmi di lui dal mio
petto,
Fino a che infine non sia soffocato.
Una passione più delicata mi scivola nella testa,
Perché sono soffice e fatta di neve che si scioglie;
O sii più crudele, amore, e dunque sii gentile.
Lasciami o stare a galla o affondare, essere
importante o misera.
O lasciami vivere con una contentezza più dolce,
O morire e quindi dimenticare cosa significasse prima
l'amore.
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