Il villino del poeta, Alessandro Tofanelli |
La casa ideale di André Frénaud
(traduzione di Giorgio Caproni)
L'ho proferita in pietre asciutte, la mia casa,
perché i gattini ci nascano, nella mia casa
perché i sorci ci si trovino, nella mia casa
perché i piccioni vi s'infilino, la controra vi
crogioli,
quando i gran soli vi ammiccano nei cantucci.
Perché i bimbi vi giochino con nessuno,
voglio dir col vento caldo, con gli ippocastani.
Per questo non c'è tetto sulla mia casa,
né tu né io nella mia casa,
né schiavi, né padroni, né ragioni,
né statue, né palpebre, né paura,
né armi, né lacrime, né religione,
né alberi, né spesse mura, né altro se non per ridere.
Per questo è così ben costruita la mia casa.
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