sabato 29 giugno 2024

Fortunato, Venantius Honorius Clementianus Fortunatus

 

Venanzio Fortunato legge i suoi poemi a Radegonda, Lawrence Alma-Tadema


Per la croce del signore (Vexilla regis prodeunt) di Venanzio Fortunato


Avanzano le insegne del re:
mistero rifulge la croce,
a cui fu sospeso l’autore
della carme, nel suo corpo.

Costui trafitto da chiodi,
stese le mani ed i piedi
per la nostra redenzione,
egli fu immolato a vittima.

Ferito da lancia spietata,
ne uscirono acqua e sangue:
che detergono le macchie
di ogni nostro peccato.

Si è compiuto ciò che cantò
Davide alle genti, carme
degno di fede: “Da un legno
provenne il regno di Dio”.

Albero magnifico splendido,
ornato di regale porpora,
prescelto fra tronchi degni
del contatto di sacre membra.

Pianta beata, alle tue braccia
appeso, il riscatto del mondo
fece bilancia con il suo corpo:
all’inferno rapì la sua preda.

Aroma emana la tua corteccia,
per sapore vinci il nettare;
lieta del tuo frutto fecondo
plaudi al suo nobile trionfo.

A voi salve, altare e vittima,
gloriosi per la sua passione:
la vita essa trasse a morte,
ma la morte convertì a vita.

Ave, o croce, unica speranza:
in questo tempo di passione
accresci ai devoti la grazia,
mina ai malvagi la loro opera!

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