domenica 25 aprile 2021

Monti, neoclassicismo dell’orecchio e dell’immaginazione

 

Vincenzo Monti, Andrea Appiani




Sopra sé stesso di Vincenzo Monti

 

Vile un pensier mi dice: Ecco bel frutto

Del tuo cercar le dotte carte: ir privo

Sí della luce, che il valor visivo

Già piega l’ale alla sua sera addutto.

 

Se l’acume, io rispondo, è già distrutto

Della veduta corporal, piú vivo

Dentro mi brilla l’occhio intellettivo

Che terra e cielo abbraccia e suo fa il tutto.

 

Cosí mi spazio dal furor sicuro

Delle umane follíe; cosí governo

Il mondo a senno mio, re del futuro.

 

Poi sull’abisso dell’obblío m’assido;

E al solversi che fa nel nulla eterno

Tutto il fasto mortal, guardo e sorrido.


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