domenica 2 agosto 2020

Corso, beat italian generation


Allen Ginsberg e Gregory Corso a New York (1973)



Nella mano fuggevole del tempo di Gregory Corso

 

Sui gradini del manicomio luminoso

odo la campana barbuta battere per il prato di bosco

l'estremo rintocco del mio mondo

salgo ed entro in una infuocata assemblea di cavalieri

questi ignari della mia presenza espongono piani di pergamena

e con dita inguainate fanno risalire il mio arrivo

su su fino a quando stavo sui neri gradini di Roma Nerone con la cetra

nelle mie braccia il filosofo lamentoso

l'estremo singulto della storia folle

Ora la mia presenza è nota

il mio arrivo segnato da macchie miniate

Le grandi vetrate del Paradiso si aprono

In polvere radiosa si disfano le tende del Passato

Arrivano in volo stormi di uccelli multicolori

Ali lievi lucenti oh la meraviglia della luce

Il Tempo mi prende per mano

nato il 26 marzo 1930 sono sospinto a 100 all'ora sul vasto mercato della scelta

cosa scegliere? cosa scegliere?

Oh - - - e lascio la mia camera arancione del mito

nessuna possibilità di mettere sotto chiave i miei giocattoli di Zeus

Scelgo la camera di Bleecker Street

Una madre bambina mi ingozza con un pallido seno milanese

Poppo mi divincolo grido oh madre olimpia

strano questo seno per me

Nevi

Decennio di asfalto ghiacciato cavalli condannati

Sogni deboli   Corridoi scuri della Scuola Pubblica 42   Tetti   Piccioni con colli di topo

Sospinto a 100 all'ora per queste strade mafiose fin troppo reali

profondamente depongo le mie ali d'Ermes

 

Oh Tempo sii misericordioso

gettami sotto la tua umanità di automobili

dammi in pasto a giganteschi grattacieli grigi

riversa il mio cuore nei tuoi ponti

io rinuncio alla mia lira d'orfica futilità

 

E per tale tradimento salgo questi luminosi pazzi gradini

ed entro in questa stanza di luce paradisiaca

effimero

Il tempo

un cane lungo lunghissimo dopo aver rincorso la sua coda orbitante

viene ad afferrarmi la mano

e mi guida nella vita condizionale


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