domenica 12 luglio 2020

Gassman, il Mattatore


Da "Il sorpasso" di Dino Risi



A Dio di Vittorio Gassman

 


Eri, come “La lettera smarrita” di Poe,

nello spazio impensato perché

scontato.


Eri e Sei – forse ora ho capito –

fra le parole che ho tanto usato e

osato;

sempre ci sei stato, eri li,

ci sei ancora e voglio decifrarti,

stanarti usando sì le parole ma in

modo

diverso e in diverso modo la follia,

il mestiere con cui la parola

mi diventa grafia, mania, modo,

vuoto suono ad effetto. E fola.

 

Solo quello so fare, solo lì

c’è speranza che Tu adesso compaia

perfetto,

se vuoi in rima, rimando con te stesso,

in un metro o in un altro. Tu

puoi innalzare al cielo qualunque

prosodia;

purché Tu appaia, le fruste parole

si fanno Parola, e col mio io

sepolto finalmente parlerai,

che mai è stato quel che era forse

destinato

ad essere, un io mancato, strangolato.

 

Parlami a perdifiato, Ti cedo

ogni suono o silenzio; e già ti vedo

emergere da quella pila di parole

inutilmente sparse nel cassetto,

cancellarne rime e rumore,

facendone linguaggio perfetto.

 

Cancella anche me, cambiami,

conducimi,

ritraducimi, parla Tu per sempre,

Signore.


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