mercoledì 4 novembre 2015

Turoldo, il dramma e il Divino

Da “Gli ultimi” di Vito Pandolfi e David Maria Turoldo





Ti sento, Verbo di David Maria Turoldo


Ti sento, Verbo, risonare dalle punte dei rami
dagli aghi dei pini, dall'assordante
silenzio della grande pineta
- cattedrale che più ami - appena
velata di nebbia come
da diffusa nube d'incenso il tempio.

Subito muore il rumore dei passi
come sordi rintocchi:
segni di vita o di morte?
Non è tutto un vivere e insieme
un morire? Ciò che più conta
non è questo, non è questo:
conta solo che siamo eterni,
che dureremo, che sopravvivremo...

Non so come, non so dove, ma tutto
perdurerà: di vita in vita,
e ancora da morte a vita
come onde sulle balze
di un fiume senza fine.

Morte necessaria come la vita,
morte come interstizio
tra le vocali e le consonanti del Verbo,
morte, impulso a sempre nuove forme.

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