Renè Magritte, Les Chants de Maldoror |
I
Canti di Maldoror del Conte di Lautréamont (o Isidore Lucien Ducasse)
Il
nuotatore e la femmina di pescecane si trovavano al cospetto, lei da
lui salvata. Si guardarono negli occhi per qualche minuto; e ciascuno
si stupì di trovare nello sguardo dell'altro tanta ferocia. Girando
in tondo, nuotando, non si perdono di vista e si dicono tra sé:
"Finora mi sono ingannato; ecco qualcuno che è più malvagio di
me." Allora, di comune accordo, di tra due acque, l'uno verso
l'altra, con reciproca ammirazione, la femmina di pescecane scostando
l'acqua con le sue pinne, Maldoror battendo l'acqua con le sue
braccia; e trattennero il respiro, in una profonda venerazione,
ciascuno desideroso di contemplare, per la prima volta, il proprio
ritratto vivente. Giunti a tre metri di distanza, senza compiere il
minimo sforzo, caddero bruscamente l'uno contro l'altra, come due
amanti, e si baciarono con dignità e con riconoscenza, in una
stretta tenera quanto quella di un fratello e di una sorella. I
desideri carnali seguirono da vicino questa dimostrazione di
amicizia. Due cosce nervose s'incollarono strettamente alla pelle
viscida del mostro, come due sanguisughe; e, le braccia e le pinne
allacciate attorno al corpo dell'oggetto amato che circondavano con
amore, mentre il loro seno e il loro petto ben presto non furono più
altro che una massa glauca dalle esalazioni di alghe; in mezzo alla
tempesta che continuava a imperversare; nella luce dei lampi; avendo
come letto di nozze l'onda schiumeggiante, trascinati da una corrente
sottomarina come in una culla, rotolando, su se stessi, verso le
profondità ignote dell'abisso, si unirono in un accoppiamento lungo,
casto e schifoso!...Finalmente avevo trovato qualcuno che mi
rassomigliava!...Lei aveva le mie stesse idee!...Ero al cospetto del
mio primo amore!
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