sabato 27 giugno 2015

Cavalcanti, bello, gentile e peregrino

Teodoro incontra nella foresta lo spettro del suo antenato Guido Cavalcanti, Johann Heinrich Füssli



Voi che per li occhi mi passaste 'l core di Guido Cavalcanti


Voi che per li occhi mi passaste 'l core
e destaste la mente che dormia,
guardate a l'angosciosa vita mia,
che sospirando la distrugge Amore.

È vèn tagliando di sì gran valore,
che' deboletti spiriti van via:
riman figura sol en segnoria
e voce alquanta, che parla dolore.

Questa vertù d'amor che m'ha disfatto
da' vostr'occhi gentil'presta si mosse:
un dardo mi gittò dentro dal fianco.

Sì giunse ritto 'l colpo al primo tratto
che l'anima tremando si riscosse
veggendo morto 'l cor nel lato manco.


domenica 21 giugno 2015

Keats, romanticismo immortale scritto nell'acqua

La valorosa Téméraire, William Turner 



Fantasia di John Keats

Lascia sempre vagare la fantasia,
È sempre altrove il piacere:
E si scioglie, solo a toccarlo, dolce,
Come le bolle quando la pioggia picchia;
Lasciala quindi vagare, lei, l’alata,
Per il pensiero che davanti ancor le si stende;
Spalanca la porta alla gabbia della mente,
E, vedrai, si lancerà volando verso il cielo.

lunedì 15 giugno 2015

Pessoa, Caeiro, Reis, Campos...

Ritratto di Daniel-Henry Kahnweiler, Pablo Picasso



Quel che mi duole non è di Fernando Pessoa


Quel che mi duole non è
Quello che c'è nel cuore
Ma quelle cose belle
Che mai esisteranno.

Sono le forme senza forma
Che passano senza che il dolore
Le possa conoscere,
O sognarle l'amore.

Come se la tristezza
Fosse albero e, una ad una,
Le sue foglie cadessero
Tra il sentiero e la bruma.



lunedì 8 giugno 2015

Soyinka, il leone d'Africa e la perla d'Occidente

Okpogho, Bruce Obomeyoma Onobrakpeya



Migrazioni di Wole Soyinka

Ci sarà il sole? O la pioggia ? O nevischio?
Madido come il sorriso posticcio del doganiere?
Dove mi vomiterà l’ultimo tunnel
Anfibio? Nessuno sa il mio nome.
Tante mani attendono la prima
rimessa, a casa. Ci sarà?
Il domani viene e va, giorni da relitti di spiaggia.
Forse mi indosserai alghe cucite
su falsi di stilisti, con marche invisibili:
fabbriche in nero. O souvenir sgargianti, distanti
ma che ci legano, manufatti migranti, rolex
contraffatti, l’uno con l’altro, su marciapiedi
senza volto. I tappeti invogliano ma
nessuna scritta dice: BENVENUTI.
Conchiglie di ciprea, coralli, scogliere di gesso.
Tutti una cosa sola al margine degli elementi.
Banchi di sabbia seguono i miei passi. Banchi di sabbia
di deserto, di sindoni incise dal fondo marino,
poiché alcuni se ne sono andati così, prima di ricevere
una risposta – Ci sarà il sole?
O la pioggia? Siamo approdati alla baia dei sogni.

giovedì 4 giugno 2015

Gozzano, le buone cose di pessimo gusto

Autoritratto nell’atelier, Ramon Casas




I colloqui di Guido Gozzano

I.

«I colloqui»... Rifatto agile e sano
aduna i versi, rimaneggia, lima,
bilancia il manoscritto nella mano...

- Pochi giochi di sillaba e di rima:
questo rimane dell'età fugace?
È tutta qui la giovinezza prima?

Meglio tacere, dileguare in pace
or che fiorito ancora è il mio giardino,
or che non punta ancora invidia tace.

Meglio sostare a mezzo del cammino
or che il mondo alla mia Musa maldestra.
quasi a mima che canta il suo mattino,
soccorrevole ancor porge la destra.

II.

Ma la mia Musa non sarà l'attrice
annosa che si trucca e pargoleggia,
e la folla deride l'infelice;

giovine tacerà nella sua reggia,
come quella Contessa Castiglione
bellissima, di cui si favoleggia.

Allo sfiorire della sua stagione,
disparve al mondo, sigillò le porte
della dimora, e ne restò prigione.

Sola col Tempo, tra le stoffe smorte,
attese gli anni, senz'amici, senza
specchi, celando al Popolo, alla Corte
l'onta suprema della decadenza. 

III.

L'immagine di me voglio che sia
sempre ventenne, come in un ritratto;
amici miei, non mi vedrete in via,

curvo dagli anni, tremulo, e disfatto!
Col mio silenzio resterò l'amico
che vi fu caro, un poco mentecatto;

il fanciullo sarò tenero e antico
che sospirava al raggio delle stelle,
che meditava Arturo e Federico,

ma lasciava la pagina ribelle
per seppellir le rondini insepolte,
per dare un'erba alle zampine delle
disperate cetonie capovolte...