domenica 6 giugno 2021

Bellintani, raffinato uomo di popolo

San Gallo, Antonio Ligabue

 


Per un bambino che non conosce più i passeri di Umberto Bellintani

 

Urlavan lungi dei cani (o eran gufi?).

Urlavan lungi dei cani e c'eran gufi;

e come assassini i morti si muovevano rasenti i muri del cimitero

quando il ragazzino si trovò

solo solo nella notte.

 

E allora egli aveva un urlo strozzato nella gola,

ché un fruscio d'erbe lo soffocava come un serpente

e la luna veramente era cupa tra le fronde degli alberi.


Come assassini i morti si muovevano rasenti i muri e i fianchi degli argini,

e fu allora che il bambino perse l'uso della parola,

e perse la vista comune delle viole e dei giocattoli

e il senso naturale delle cose.

 

Così ora tentenna il capo e nei suoi occhi è una nuvola,

ma pare un angelo divino contemplante

profonde luci assorte in sé stesso.

 

Povera madre che lo sorvegli lungo i sentieri del tuo orto

e ora lacrimi al suo riso ebete sugli asparagi,

io non so dirti s'è sfortuna a lui toccata

o s'è migliore la sua sorte, più benigna

che al fanciullo intento a suddividere

in bianchi e neri i dadi del suo gioco.