sabato 19 marzo 2016

Sbarbaro, rimanenze crepuscolari


San Giuseppe falegname con Gesù Bambino, Georges de La Tour





Padre, se anche tu non fossi il mio di Camillo Sbarbaro


Padre, se anche tu non fossi il mio
 
Padre se anche fossi a me un estraneo,  
per te stesso egualmente t'amerei.  
Ché mi ricordo d'un mattin d'inverno  
Che la prima viola sull'opposto  
Muro scopristi dalla tua finestra  
E ce ne desti la novella allegro.  
Poi la scala di legno tolta in spalla  
Di casa uscisti e l'appoggiasti al muro.  
Noi piccoli stavamo alla finestra.

E di quell'altra volta mi ricordo
Che la sorella mia piccola ancora
Per la casa inseguivi minacciando
(la caparbia aveva fatto non so che).
Ma raggiuntala che strillava forte
Dalla paura ti mancava il cuore:
ché avevi visto te inseguir la tua
piccola figlia, e tutta spaventata
tu vacillante l'attiravi al petto,
e con carezze dentro le tue braccia
l'avviluppavi come per difenderla
da quel cattivo che eri il tu di prima.


Padre, se anche tu non fossi il mio
Padre, se anche fossi a me un estraneo,
fra tutti quanti gli uomini già tanto
pel tuo cuore fanciullo t'amerei.

Nessun commento:

Posta un commento